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Loretta Bravi sull’area di crisi del Piceno: “E’ finito il tempo dei finanziamenti a pioggia”

L'assessore regionale: "I fondi saranno erogati a fronte della presentazione di manifestazioni di interesse"

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Loretta Bravi

“Lette le esternazioni superficiali degli scorsi giorni da parte di chi per anni poteva fare e non ha fatto, vorrei chiarire che il tempo dei contributi a pioggia che hanno portato il Piceno alla situazione di oggi è terminato per fortuna.

Quello di cui il territorio ha bisogno è un progetto serio, concreto, condiviso e lungimirante che garantisca innanzitutto la creazione di nuovi posti di lavoro. A tal proposito l’incontro che si è tenuto ad Ascoli mercoledì scorso non era di natura politica, ma eminentemente tecnica, finalizzato a far conoscere procedure e potenziali contenuti del PRRI a imprese, operatori del settori, associazioni di categoria, come passo fondamentale di un processo che a settembre prevede l’emanazione di una “call” o invito a manifestare interesse indirizzato appunto al tessuto produttivo, passaggio preliminare all’attivazione dei veri e propri bandi. Un intento che è stato perfettamente compreso dal territorio che ha risposto con una massiccia presenza, al di là delle aspettative.

Attraverso questa call Regione e Ministero intendono far emergere i reali fabbisogni di investimenti e di interventi di contesto necessari a rilanciare l’area e che costituiranno oggetto dei bandi che usciranno nell’autunno prossimo. La dotazione finanziaria dell’Accordo è una conseguenza di quanto sopra e non è possibile fare una quantificazione per abitante parametrata alla dotazione di un altro Accordo. Ogni Accordo ha una sua storia e una sua dotazione finanziaria, che dipende dalle misure che saranno attivate sulla base dei fabbisogni espressi dal territorio e dalle risorse che metterà la Regione da un lato e il Governo dall’altro a sostegno degli investimenti. Solo nel momento in cui l’area manifesterà concrete progettualità da realizzare (sia sul fronte degli investimenti produttivi, sia sul fronte infrastrutturale) sarà possibile quantificare quante risorse metterà il Ministero.

Non viviamo nel mondo delle favole e sappiamo bene che per una iniziativa incisiva servono fondi, ma questi, quando si lavora seriamente, non vengono precostituiti, vanno stabiliti in base ai progetti. La loro distribuzione inoltre deve essere mirata al rilancio degli investimenti e dell’occupazione nelle aree di crisi industriale. Il confronto con il Molise, portato ad esempio su alcuni quotidiani, quindi è fuori luogo e fuorviante visto che parliamo di realtà e di Accordi diversi. Quello per il Molise è un Patto per lo sviluppo, che riguarda una intera regione e non un accordo quadro per un’area specifica ed ha una dotazione di risorse regionali ed europee già stanziate. Per quanto riguarda invece l’Accordo di programma, il Molise sta seguendo il nostro stesso percorso e come per il Piceno uscirà con la “call” a breve.

Ricordo ancora infine, che in termini complessivi per il Piceno esiste già un pacchetto di manifestazioni di interesse per un ammontare di investimenti pari a oltre 125 milioni di euro a fronte di un incremento occupazionale di oltre 300 unità. Gli interventi previsti e le manifestazioni di interesse ad investire già pervenute all’atto della presentazione dell’istanza di riconoscimento di dicembre 2015 serviranno per azionare le principali leve verticali/settoriali (agroalimentare, meccanica-meccatronica, chimica-gomma-plastica, turismo) e orizzontali/strategiche (grandi industrie, innovazione – formazione, aggregazioni, nuova imprenditoria, impegno del territorio).

Per quanto riguarda i fondi europei, oltre alle risorse disponibili per tutto il territorio regionale, all’area di crisi del Piceno per la prima volta vanno 5,857 milioni di fondi dedicati. Questi ultimi saranno disponibili alla sottoscrizione dell’Accordo di programma con il Ministero dello Sviluppo economico”.

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