Violenza sessuale, violenza privata, lesioni personali. Commesse in continuazione e con l’aggravante delle minacce e dell’abuso di autorità. Sono questi i capi d’imputazione con cui è stato accusato prima e condannato poi – in tutti e tre i differenti gradi di giudizio – l’imprenditore di Monteprandone Giulio De Angelis. Vittime erano le proprie dipendenti di alcune aziende della vallata del Tronto, oggetto di attenzioni non desiderate ma ottenute con la minaccia di licenziamento.



La vicenda è iniziata nel 2007 quando una delle sue ex dipendenti lo denunciò ai Carabinieri per soprusi a sfondo sessuale. Da lì in poi altre donne trovarono il coraggio di denunciarlo per molestie e minacce di licenziamenti continue se non si fossero “prestate completamente” all’imprenditore.

Ma vittima di questa vicenda è stato anche un suo ex socio, testimone di qualche episodio e personaggio quindi scomodo. In un episodio venne picchiato da tre uomini poi arrestati, in un altro gli vennero richiesti due milioni di euro come estorsione, in un terzo episodio infine gli venne bruciata l’auto per fargli ritirare le denunce.

Agli ex soci dell’imprenditore 50enne e alle vittime delle molestie è stato riconosciuto un indennizzo di 50mila euro ciascuno, dopo che la Cassazione ha confermato nell’udienza di venerdì 10 gennaio la condanna stabilita nel novembre 2012 dalla Corte di Appello di Ancona che a sua volta confermò una condanna del tribunale di Ascoli del 2010. Gli anni di carcere sono passati da 12 a 8, ma la colpevolezza è stata accertata in tutti e tre i gradi di giudizio.

da Redazione