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Giorgi e Favia: “Rivedere i criteri e localizazzione degli impianti a biomasse”

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IdVGrazie all’IDV martedì 10 luglio in Consiglio Regionale si è tornati a parlare della vicenda degli impianti a biogas.



Dopo gli incisivi interventi sulla questione della Vice Presidente Giorgi e del Segretario regionale Favia, che si erano rivolti al Presidente Spacca chiedendo una seria riflessione politica in maggioranza su quanto stava accadendo ed una celere normativa regionale in merito, martedì in aula la Giorgi è tornata a sottolineare, parlando dell’impianto a biogas di Loro Piceno (il quale, in barba agli indirizzi politici stabiliti con la risoluzione del Consiglio regionale dello scorso 12 giugno, è stato nel frattempo autorizzato) come la vicenda sia stata trattata con superficialità ed in maniera insufficiente relativamente alla parte normativa di competenza regionale, causando una problematica diffusa in tutto il territorio regionale.

A seguito della forte presa di posizione dell’IDV, la Giunta sta ora lavorando ad una proposta di individuazione delle aree idonee o non idonee: tuttavia, per IDV è essenziale che la normativa dovrà avere effetto reatroattivo, almeno nelle zone più critiche, perchè altrimenti sarebbe solo una presa in giro. Ad oggi sono circa una quarantina gli impianti autorizzati e se non si dovesse procedere ad una revisione delle autorizzazioni il tutto risulterebbe vano. Ricordiamo che, in fase di regolamentazione del fotovoltaico erano state fissate alcune prescrizioni ed è la stessa strada che va seguita. In merito all’interrogazione, martedì in aula la Giorgi si è dichiarata insoddisfatta delle risposte ricevute evidenziando sopratutto la scarsità di informazioni relativamente alla disponibilità dell’ azienda proponente di reperire la biomassa. Per l’impianto di Loro Piceno sono necessarie circa 21.000 tonnellate annue di biomassa che corrispondono a circa 600 ettari di terreno da destinare a coltura dedicata.

Premesso che  eticamente non è sostenibile che venga coltivato materiale commestibile per poi essere bruciato, l’azienda asserisce di disporre della quantità di superfici da destinare alla bisogna: ma tali superfici agricole non sono nelle vicinanze dell’ impianto. Invece, per noi è fondamentale che la filiera del combustibile sia, almeno in parte, cortissima. Altro elemento sottolineato è come l’ azienda proponente l’impianto, una società inattiva costituita ad hoc, fa capo alla Viridis energia, insieme ad altre società inattive che hanno presentato diversi progetti di impianto nel territorio marchigiano, tutti autorizzati (Corridonia, Loro Piceno, Montegiorgio, Monsano) alla quale quindi sono riconducibili tutti i progetti presentati. E’ importante sottolineare come la Viridis sia risultata particolarmente attiva anche sull’istallazione degli impianti fotovoltaici, nel territorio tra Macerata e Ancona.

La Regione dovrebbe anche impedire questa sorta di monopolio. Tornando alla quantità di colture dedicate, il fabbisogno di biomassa per i quattro impianti, complessivamente, si aggira intorno a 120.000 mila tonnellate annue con 3.000 ettari di campi destinati a colture dedicate, di cui non si conosce un piano di reperimento, ma di certo si comprendono le conseguenze gravissime in termini di appesantimento del traffico e della produzione di CO2 data dal trasporto delle biomasse agli impianti da luoghi non prossimi.

da David Favia e Paola Giorgi 
IdV

Redazione Ascoli Notizie
Pubblicato Martedì 10 luglio, 2012 
alle ore 17:03
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