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Disastro aereo nei cieli di Ascoli Piceno: “perché il ministero non fa chiarezza?”

L'onorevole di Sel Lara Ricciatti esprime disappunto: "la Difesa offre risposte evasive"

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Fiamme ad Ascoli Piceno dopo la caduta di due Tornado

Non offre chiarimenti significativi il ministero della Difesa sul disastro aereo dei due tornado, sui cieli di Ascoli Piceno, della scorsa estate.


Nella risposta all’interrogazione presentata dall’on. Lara Ricciatti di Sel all’indomani del tragico incidente, comunicata il 26 febbraio in Commissione difesa della Camera dei deputati, il Governo si è limitato a riferire quanto prevede il regolamento sull’addestramento, rinviando ulteriori chiarimenti all’esito dell’indagine della magistratura.

“Le aree geografiche del Paese interessate da missioni di addestramento aereo comprendono una buona parte dello spazio nazionale e sono definite in apposite direttive che regolamentano il traffico aereo generale e quello operativo in particolare – si legge nella risposta all’interrogazione – tenendo conto delle aree oggetto di restrizioni o di divieto di sorvolo e di quelle ad alta densità abitativa, mai considerate scenario per le attività addestrative”.

“Previsioni che contrastano evidentemente con quello che è accaduto ad Ascoli, dove pare accertato il mancato rispetto della quota di volo minima e il sorvolo di aree non propriamente a bassa densità abitativa” – afferma con disappunto Ricciatti.

Sul punto il ministero ha ribadito che “la quota di volo minima consentita dai protocolli di addestramento aereo viene decisa in considerazione del profilo di missione, degli obiettivi addestrativi, della tipologia dell’aeromobile (ad ala fissa o elicottero) e delle condizioni ambientali, in aderenza alle regole del traffico aereo operativo che si basano su quel del traffico aereo generale, stabilite, in ambito nazionale dall’ENAC. Nello specifico, di giorno e per i velivoli ad ala fissa, la quota si attesta a mille piedi (circa 350 metri) sopra il livello del terreno, mentre in zone “tattiche”, regolarmente pubblicate e caratterizzate da bassissima densità abitativa, la quota può scendere per i velivoli ad ala fissa fino a 500 piedi. In ogni caso, si deve evitare il sorvolo dei centri abitati segnalati sulle carte di navigazione in dotazione agli equipaggi, e, nel caso in cui ciò non sia possibile, il sorvolo deve avvenire a una quota non inferiore a 1500 piedi per i velivoli ad ala fissa”.

“Una risposta evasiva che non ci soddisfa minimamente – aggiunge la deputata di Sel –, mi sarei aspettata qualcosa in più della riproposizione delle previsioni standard ad una interrogazione che chiedeva conto di un incidente aereo che poteva avere epiloghi ben più drammatici, considerata la vicinanza dei centri abitati. Non ho chiesto di conoscere elementi sottoposti ad indagine, ma semplicemente di capire se l’incidente dei due tornado è un caso eccezionale o se può essere dovuto ad eccessiva ‘elasticità’ dei protocolli della Difesa. A questo punto attenderò l’esito delle indagini per tornare a chiedere ulteriori chiarimenti”.

 

da Onorevole Lara Ricciatti – Sel

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