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San Benedetto: Patrizio Peci, “non avrei mai creduto che avrebbero ucciso Roberto”

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Dopo 30 anni parla il fratello della vittima delle Brigate Rosse

Patrizio PeciUn silenzio lungo trenta anni, al quale Patrizio Peci in questi giorni ha posto uno stop con una lunga intervista concessa al settimanale “Oggi”. Patrizio Peci, nato a Ripatransone nel 1953 ma poi cresciuto a San Benedetto del Tronto, ex brigatista rosso, perse nel 1981 il fratello Roberto, ucciso proprio dalle Brigate Rosse per ritorsione nei suoi confronti, che aveva scelto di collaborare con gli investigatori.


Il primo pentimento pubblico, uno smacco che le Br non avrebbero potuto accettare.

Ho deciso di parlare dopo tanto tempo perché voglio che la figlia di mio fratello sappia la verità” ha spiegato nell’intervista Peci, che vive ora fra Lombardia e Veneto con nuova identità “Per quanto riguarda la scelta di collaborare, non mi son mai pentito, anche se ora vivo col rimorso. Avevo previsto che quella scelta avrebbe potuto costarmi cara, ma non avrei mai immaginato che sarebbe costata la vita a mio fratello, con una vendetta in stile mafioso che non posso perdonare“.

Il sequestro di Roberto Peci, fece scalpore in città, dove avvenne, e in tutta Italia, così come il successivo assassinio: da allora, su figlia Roberta, ora trentenne, si è più volte impegnata, anche attraverso il documentario “La vita di mio padre” a dimostrare l’estraneità del padre alla lotta armata, evitando di fatto ogni relazione con lo zio.

Patrizio, rivolge anche attraverso l’intervista ad Oggi, l’invito alla nipote per un incontro, “per capire e per capirsi“, e per raccontare quella che è la sua verità, una verità diversa da quella che “a mia nipote hanno fatto credere, sia su di me, che su mio fratello, con il quale ho condiviso tutte le scelte, dalla contestazione, alla lotta armata, alla dissociazione“.

Redazione Ascoli Notizie
Pubblicato Mercoledì 18 aprile, 2012 
alle ore 13:13
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