Continuano le indagini degli inquirenti sull’omicidio di Carmela Melania Rea, la madre 29enne scomparsa dal pianoro di Colle San Marco di Ascoli il 18 aprile scorso e ritrovata morta dopo due giorni a Ripe di Civitella, in provincia di Teramo

In questi ultimi giorni si stanno susseguendo sopralluoghi delle forze dell’ordine nel Bosco delle Casermette, dove la donna è stata ritrovata il 20 aprile, anche con i cani molecolari per raccogliere ulteriori elementi utili alle indagini. Infatti non vi è ancora sicurezza sul luogo dove Melania ha lottato con l’aggressore ed è stata uccisa, e poi seviziata dopo la morte con 35 coltellate e siringhe.

Dalle analisi dei tabulati telefonici, sembrerebbe che il marito le abbia telefonato circa 50 minuti dopo la scomparsa senza ricevere risposta. Per questa telefonata il mobile di Melania si sarebbe agganciata da una cella di Ripe di Civitella, già 10 chilometri più lontano dal luogo della sparizione, nelle vicinanze del luogo di ritrovamento.

Le ricerche di nuovi elementi continuano e stanno spaziando da Colle San Marco e Ripe di Civitella, fino alla caserma dove il marito presta servizio, da Folignano, dove Melania abitava con l’uomo e la figlia, fino a Somma Vesuviana (Napoli) dove risiedono i genitori della giovane.

Nella mattinata di mercoledì 27 maggio continuano gli interrogatori, ormai circa una ventina le persone già sentite, di alcuni testimoni per la ricostruzione della presenza della giovane mamma sul pianoro e sui suoi spostamenti, e per circoscrivere l’orario dell’omicidio.

Due i conoscenti della vittima che sono stati ascoltati più volte, perche erano presenti il giorno della scomparsa a Colle San Marco.

Verrà di nuovo sentita la persona che ha affermato di aver visto una donna “andare velocemente” nella strada che dal Colle San Marco va verso Ascoli, proprio dove i cani delle forze dell’ordine hanno fiutato alcune tracce ed è stato per questo prelevato un campione di terra per analizzarlo.

Verranno interrogati anche gestore e lavoratori del bar ristorante Cacciatore dove Melania sarebbe dovuta andare al bagno il 18 aprile, ma non è mai arrivata e una scolaresca presente quel giorno a Colle Sa Marco che avrebbe visto la famiglia.

Le Procure di Ascoli e Teramo intanto hanno lanciato un secondo appello per far si che si faccia vivo chi segnalò telefonicamente il ritrovamento del corpo al 113 il 20 aprile a Ripe di Civitella: testimonianza che potrebbe essere molto utile alle indagini.

Ancora rimane un giallo quindi l’omicidio Rea, ma si inizia a seguire la pista del movente passionale: secondo le prime indiscrezioni dal tribunale di Ascoli, Melania sarebbe stata uccisa da qualcuno che conosceva bene, che gravitava in ambito familiare o nel luogo di lavoro del marito, cioè nella Caserma Clementi.

Infatti il corpo della donna è stato ritrovato vicino il Chiosco della Pineta, presso il bosco delle Casermette dove il marito di Melania Rea addestrava le reclute dell’esercito. Inoltre lo stesso ha raccontato agli inquirenti che aveva concluso uno relazione extraconiugale un anno e mezzo fa. Anche per questo non si esclude che dietro le mani dell’aggressore ci sia una donna.

Poi dieci giorni prima della scomparsa di Melania Rea, la stessa con la famiglia era stata nel bosco delle Casermette; elemento tenuto nascosto agli investigatori, rivelato da un amico dell’uomo agli inquirenti.

Le analisi sui tabulati telefonici delle due sim card e del computer di Melania eliminano l’ipotesi che la donna avesse una doppia vita.

di Barbara Baldassari