AscoliNotizie.it
Versione ottimizzata per la stampa

Fuori dal centro, al centro di Torino – luoghi da scoprire “oltre le mura”

Parti di città che raccontano un pezzo di storia e che cercano di brillare di luce nuova

Torino

Piazza Castello, il Valentino, il mercato di Porta Palazzo, San Salvario e il lungo Po, certo. Ovviamente, il Museo Egizio, nella sua nuova ultima scintillante veste, qui raccontata da Expedia. E poi via Lagrange e il Quadrilatero.

Ma a Torino si può anche andare “oltre le mura”, scoprire pezzi di città rimasti sempre un po’ fuori, mentre cercano in qualche modo di inserirsi dentro. Pezzi di riqualificazione del tessuto urbano a volte riusciti, a volte meno. Reperti del passato industriale della città che più di tutte ha sofferto la fine di un’epoca. Luoghi che meritano di essere visitati: perché innanzitutto sono belli, perché raccontano un pezzo di storia, perché ci portano a mettere piede nella città più vera, perché oggi si sforzano di brillare di luce nuova.

OGR – Le Officine Grandi Riparazioni Ferroviarie sono uno dei gioielli del patrimonio industriale torinese, vere e proprie cattedrali, con navate di quasi 200 metri, costruite negli ultimi decenni dell’Ottocento. Furono attive fino agli anni Settanta e oggi sono in parte occupate dal Politecnico di Torino. Anche se negli ultimi anni hanno saltuariamente ospitato eventi e attività, la loro ristrutturazione non è ancora stata ultimata. Nell’attesa che il tanto decantato hub dell’innovazione-cultura-start up etc. divenga realtà, andate comunque a dare un’occhiata. Ne vale la pena.

Museo Ettore Fico – In via Cigna 114, verso Torino nord, ovvero Barriera di Milano, il quartiere industriale e operaio per eccellenza, insieme (e prima) di Mirafiori. Da visitare in primis per premiare la scelta coraggiosa di allestire un centro dedicato alla cultura contemporanea nel cuore della zona oggi conosciuta come “Spina 4” – al momento malamente collegata al centro cittadino, nonostante promesse rivoluzioni della viabilità, nel mezzo di un complesso programma di riqualificazione tutt’altro che ultimato. Il museo, che prende nome dal pittore piemontese Ettore Fico, è – ovviamente! – installato all’interno di un ex stabilimento, quello che in passato fu di proprietà della INCET, e che ha lasciato in eredità enormi spazi, ampie vetrate, una grande terrazza e, all’interno, giochi di luci in un bianco spesso abbacinante. Le collezioni del museo si ispirano a uno sguardo internazionale sulle più recenti evoluzioni dell’arte d’avanguardia, puntando in particolare su giovani artisti. E anche se siete tra chi – come la sottoscritta – rimane sempre un po’ interdetto di fronte all’arte contemporanea, non rinunciate alla visita: non solo la struttura in sé merita, ma il programma delle esposizioni temporanee è allettante anche per i non addetti ai lavori. Ad esempio, fino al 29 gennaio del prossimo anno, si può visitare la mostra fotografica “Realismo, neorealismo e realtà. Italia 1932-1968”, che presenta parte della Collezione Guido Bertero, una delle più importanti collezioni fotografiche sul suolo nazionale. La selezione di circa un centinaio di foto racconta un pezzo fondamentale della storia d’Italia, attraverso scatti di Enzo Sellerio, con le sue stazioni del Sud, di Nino Migliori, con i suoi ritratti dell’Emilia, di Fosco Maraini, e i suoi braccianti, di Federico Patellani, e i suoi minatori.

La pizza di Binaria – Voglio lasciarvi con un ultimo suggerimento. Che vi porterà, questa volta,  tra Pozzo Strada e Borgo San Paolo, verso la parte occidentale della città. Anche questa zona di Torino fu in passato “ad alta densità industriale e operaia”. Qui sorgevano gli stabilimenti di Lancia, SIP, Ansaldo e Pininfarina. Ora le fabbriche sono un lontano ricordo, ma ce n’è una, la “Fabbrica delle e” che in qualche modo resiste: lo stabilimento che fu sede della CIMAT (neanche a dirlo, parte dell’indotto Fiat) è oggi la casa del Gruppo Abele, che oltre a organizzarvi attività di vario genere, vi ha pure aperto un ristorante – o meglio, come dicono loro, un “centro commensale”. Si tratta di Binaria: Binaria offre libri che nutrono coscienze (Binaria Book), prodotti solidali di Libera Terra e Semina (Binaria Bottega) e soprattutto una delle migliori pizze delle città (Binaria Berberè). La pizza non è certo economica, e si suggerisce caldamente di prenotare con anticipo, ma è davvero buona, con abbinamenti originali e accompagnata da ottime birre artigianali.

Commenti
Ancora nessun commento. Diventa il primo!
ATTENZIONE!
Per poter commentare l'articolo occorre essere registrati su Ascoli Notizie e autenticarsi con Nome utente e Password

Già registrato?
... oppure Registrati!