Alla scoperta dei giochi tipici (e storici) delle Marche
Nel territorio ci si porta dietro diverse chicche del passato

I giochi fanno parte della storia del nostro Paese. Ogni regione può vantare infatti una notevole tradizione dal punto di vista dell’intrattenimento.
Una volta erano i giochi da strada a dominare incontrastati, ma con l’avvento della tecnologia e la continua innovazione che riguarda il comparto dei videogame e l’offerta di giochi di casinò live si preferisce cercare lo svago da remoto piuttosto che dal vivo. In un modo o nell’altro, dunque, sono in primis i giochi di carte a sopravvivere all’avanzare dei tempi. In alcune regioni come le Marche, quindi, sono proprio questi a rappresentare i principali passatempi di grandi e piccini.
A differenza di quanto accade in altre zone d’Italia, nel territorio marchigiano ci si porta dietro diverse chicche del passato. Un esempio calzante è rappresentato dalla bestia a 5 carte, una sorta di versione alternativa della briscola con alcuni richiami al tressette. A prendere parte a una partita possono essere 4 o 5 giocatori, utilizzando un mazzo regionale da 40 carte. La petrangola, invece, richiede il coinvolgimento di più persone e ancora più mazzi, che devono essere piacentini. I giocatori mirano a conseguire più punti degli altri, finché non rimangono 2 partecipanti a concludersi la vittoria finale. La petrangola non si riferisce solo al nome del gioco, ma indica anche una combinazione di 3 carte uguali o una scala con carte del medesimo segno.
Di origine presumibilmente araba, ma di sicura importazione argentina è il trucco, che a molti ricorderebbe il poker texano. Sarebbe arrivato in Italia attraverso la Liguria, ma è nelle Marche che viene prevalentemente giocato, soprattutto nelle aree costiere come Porto San Giorgio e Porto Sant’Elpidio. Più coppie di giocatori possono affrontarsi utilizzando un mazzo da 40 carte, in un gioco nel quale bluffare può fare la differenza. Nel trucco si deve arrivare a un massimo di 30 punti e in caso di pareggio a vincere e chi ha conquistato più punti nel corso dell’ultima mano.
Molto più conosciuto è probabilmente il 7 e mezzo, che viene praticato in tutta Italia soprattutto nel periodo natalizio. Ad ogni mano il banco sfida un giocatore: lo scopo è quello di ottenere il punteggio più alto avvicinandocisi proprio a quota 7 e mezzo, ma senza andare mai oltre per non perdere automaticamente la puntata. Il re di denari, ossia “la matta”, svolge funzioni da jolly. Chi credeva che questo gioco fosse diffuso solo a Napoli e dintorni si sbagliava, anche se ancora oggi capita che in zone come Ischia si giochi a 7 e mezzo in maniera sconsiderata. Da tempo immemore, infatti, questo specifico gioco arricchisce anche la tradizione marchigiana.
Un ulteriore gioco tipico delle Marche è la cispa. Il nome sarebbe una specie di acronimo legato al 5 di spade, la carta più importante del gioco. Per la cispa si utilizza un mazzo di carte spagnole e i concorrenti possono essere da 2 a 6, a meno che non si giochi in coppie per un massimo di 4. Ogni partecipante riceve 5 carte nel tentativo di raggiungere 35 punti in una partita che si svolge in 2 fasi, durante le quali sia le opzioni a disposizione dei giocatori sia i valori delle carte vengono stravolti.
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