Maxitruffa al Servizio sanitario nazionale: indagati medici anche in provincia di Ascoli
Secondo gli investigatori, gli informatori scientifici di una nota azienda farmaceutica sollecitavano medici in seguito indagati (specialisti in nefrologia, endocrinologia e pediatria) ad aumentare le prescrizioni di alcune specialita’ con l’inserimento in terapia di nuovi pazienti.
In certi casi, i suddetti medici non esitavano a chiedere somme superiori e dirigenti dell’industria si premuravano di incontrarli personalmente.
Perquisite dai militari abitazioni private e ambulatori (ma le rispettive ziende ospedaliere non risultano coinvolte) nelle province di Ancona, Ascoli, Bari, Brescia, Cagliari, Caserta, Chieti, Ferrara, Firenze, Frosinone, Genova, Lucca, Mantova, Messina, Milano, Napoli, Padova, Palermo, Pavia, Perugia, Pescara, Roma, Terni, Torino, Trento, Trieste, Verona e Viterbo.
I reati ipotizzati nell’ambito dell’operazione denominata “Do ut des” vanno dall’associazione a delinquere alla corruzione, dall’istigazione alla corruzione, dalla truffa in danno del Servizio sanitario nazionale al comparaggio.
Secondo il colonnello Antonio Diomeda, vicecomandante dei Nas “il raporto instaurato tra gli informatori scientifici e i medici era teso a favorire il consumo di alcuni farmaci biosimilari in cambio di somme di denaro (poi fatte passare per compensi di consulenze e studi, elargizioni ad associazioni onlus, rimborsi spese di congressi e convention), di viaggi in Italia e all’estero per i medici e i loro familiari e di oggetti quali gioielli e personal computer“.
di Redazione
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