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Casa di Giobbe, sette condanne e due assoluzioni per la struttura “lager”

Il giudice ha emesso le condanne per maltrattamenti agli ospiti: il responsabile anche per lesioni

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Si chiude, con sette condanne e due assoluzioni, il processo relativo alla Casa di Giobbe di Ascoli Piceno, la struttura per anziani finita nel mirino degli inquirenti dopo i diversi episodi di maltrattamenti e lesioni ai danni degli ospiti lì ricoverati.

Ben nove persone erano finite nei guai dopo “l’ondata” di arresti che vennero effettuati tra gennaio e febbraio 2010, quando venne arrestato il responsabile oggi 54enne Fernando Bernardi, sua moglie Luigina Orsini, sua sorella Elena Bernardi e altri due ascolani, Enrico Collecchia e Rinaldo Nepi. Oltre a loro, provvedimenti vennero presi anche per le quattro infermiere Malwina Grzelak, Giustina Grzelak, Patience Idemuida e Faith Erhamwonyi.

Il blitz dei Carabinieri ascolani, che fecero luce sulle condizioni igienico-sanitarie, morali e di salute dei pazienti, causò enorme scalpore e sconcerto in città: nella struttura erano ricoverate persone anziane o con disturbi psichici: alcune vennero ritrovate legate ai letti, altre presentavano segni sospetti sul corpo e alcune infine erano state rinvenute assieme a rifiuti e sporcizia.

Il giudice Marco Bartoli ha stabilito la condanna degli imputati: Fernando Bernardi a due anni e sei mesi; la moglie (50enne) a due anni e dieci mesi; due anni e dieci mesi anche per la sorella 60enne Elena Bernardi; un anno e sei mesi per il 55enne Collecchia e per il 53enne Nepi. Un anno e quattro mesi per le badanti polacche Grzelak, di 29 e 34 anni, con pena sospesa. Tutti sono stati riconosciuti colpevoli di maltrattamenti. Bernardi anche di lesioni personali.

Le uniche assoluzioni riguardano invece le altre due badanti, originarie della Nigeria, che svolsero attività infermieristica nella Casa di Giobbe nonostante non avessero i requisiti necessari.

Il risarcimento per le parti civili – oltre agli ospiti anche le loro famiglie – deve essere ancora stabilito.

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