Assolti con formula piena perché il fatto non sussiste Riccardo Fabiani e Massimo Bastiani, coamministratori del blog ‘Vernecchie’, che nel maggio del 2010 erano stati rinviati a giudizio per aver pubblicato sul sito frasi diffamatorie nei confronti del senatore Amedeo Ciccanti e della figlia.



I due giovani blogger erano stati citati in giudizio per diffamazione e omesso controllo di ciò che finiva sul sito che amministravano.

Il pm titolare dell’inchiesta aveva chiesto 12 mesi di reclusione, e la difesa di Ciccanti, oltre alla condanna, il risarcimento di 15mila e 20mila euro per padre e figlia.

Marco Bartoli, giudice del Tribunale ha accolto la tesi del difensore romano Matteo Verdi, che difendeva Fabiani, tesi che è valsa anche per Bastiani: “un blog non può essere equiparato a un organo di stampa, perché il controllo di ciò che viene pubblicato non può essere fatto ex ante, ossia prima, ma solo dopo. Infatti Fabiani, resosi conto della gravità delle diffamazioni, ha subito sollecitato il proprietario del sito a rimuoverne il contenuto e ha scritto una lettera alla figlia dell’onorevole, dove si scusava per quanto accaduto“.

Quella che un blog, “strutturalmente – spiega Verdi – non può essere equiparato a un organo di stampa, come rilevato di recente da una sentenza della Cassazione, perché il controllo di ciò che viene pubblicato non può essere fatto ex ante, ossia prima, ma solo dopo. E non appena Fabiani si è reso conto di quelle dichiarazioni diffamatorie, ha subito sollecitato il proprietario del sito (l’unico che poteva farlo) a rimuoverne il contenuto“.

Le frasi incriminate sul Blog ‘Vernecchie’ erano finite su alcuni siti stranieri, dove un autore, non identificato, aveva calcato la mano, minacciando addirittura di morte Ciccanti.

Sulla vicenda, datata al 2006, il senatore aveva informato anche l’ex ministro dell’Interno Amato e l’ex presidente del Senato Marini.

di Redazione