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MoVimento 5 Stelle San Benedetto del Tronto: “contrari alla scuola Curzi”

"Una struttura che nasce vecchia e con troppe criticità"

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MoVimento 5 Stelle

L’ex Palazzo di Giustizia è ormai un cantiere aperto, segno che la nuova (?) scuola Curzi sta prendendo forma: ma quale?


Definirla nuova, innanzi tutto, ci sembra una forzatura, perché trattasi di ristrutturazione di un edificio in cemento armato: tecnologia ormai superata da tempo (per non ricordare poi la pessima immagine che l’Italia ha dato di sé riguardo all’edilizia, sia in termini di abuso sia in termini di qualità).

Un nuovo edificio costruito seguendo i moderni ed efficienti criteri architettonici e utilizzando la tecnologia del legno avrebbe portato numerosi vantaggi:
1)    risparmio energetico: gli edifici in legno garantiscono un risparmio di circa il 40% rispetto alle strutture tradizionali;
2)    comportamento sismico: migliore prestazione in termini di sismo-resistenza;
3)   tempi di esecuzione: la velocità di costruzione, che in media oscilla tra i sei e gli otto mesi contro i due anni e mezzo di una struttura in cemento;
4)   interventi di modifiche e manutenzione: migliore gestione per eventuali modifiche da apportare e interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria, vista la natura modulare delle costruzioni;
5)    emissioni di co2: minori emissioni associate al processo realizzativo più breve e alla migliore efficienza energetica.

L’attuale progetto appare, invece, finalizzato al soddisfacimento della sola esigenza politica e non quella tecnico-architettonica di fornire una risposta adeguata alle necessità, pertanto parziale e poco idonea, vincolata e costretta, di scarsa consistenza risolutiva delle importanti tematiche di cui si occupa.

Evidenziando alcune criticità rileviamo che:
–    le porte di accesso alle aule che non sono in “nicchia”, come richiede la normativa antincendio per assicurare le vie di deflusso;
–    il dimensionamento delle aule non è adeguato: pur soddisfacendo il DPR 81/2009 (riforma Gelmini) max 28-30 alunni, contrasta con il DM del 26/08/1992 (recante disposizioni in materia di prevenzione incendi) in cui il limite massimo è di 26 persone, insegnante compreso;
–    con i 28 alunni per classe previsti dal progetto non si rispettano le misure delle vie di fuga interbanco; rispettandole, invece, il numero massimo si attesterebbe sui 24 alunni (volontà politica a scapito della sicurezza dei ragazzi?).
La Dirigente assumerà su di sé la responsabilità del superamento del numero degli alunni?
–    La promiscuità al piano terra, dove una parte resterà riservata ad archivio del Tribunale, benché con ingresso separato: soluzione inconciliabile logisticamente e normativamente.
–    La palestra? Si farà? Ora “parrebbe” di si, ma in commissione qualcuno non aveva scartato l’eventualità di una sua mancata realizzazione: “tanto l’altra è a pochi passi …” .

Ma come! Uno dei nodi per costruire la nuova scuola era proprio quello di evitare la distanza tra scuola e palestra e ora potrebbe non essere più un problema?
La palestra, inoltre, avrebbe la funzione di “dissipatore” sismico, fornendo all’intero edificio un’adeguata sicurezza sismica.
Altra criticità di grande importanza e da non sottovalutare è l’acustica: le dimensioni delle aule, infatti, presentano dei problemi.

La soluzione del progetto elude qualsiasi studio di tipo acustico, necessario in ambienti scolastici, avente lo scopo di garantire la corretta corrispondenza strutturale e dimensionale alle esigenze dell’attività didattico educativa.
Una pessima acustica compromette la comunicazione tra insegnante e studente, provocando disagio ad entrambi a causa di una cattiva diffusione della voce e dei suoni producendo un costante e incontrollabile frastuono.
Cosa potranno mai recepire i ragazzi?
Quanta fatica dovranno affrontare gli insegnanti, le cui corde vocali saranno messe a dura prova (problema, questo, già diffuso tra la categoria)?
Con questo edificio e quelle aule, la scuola assolverà al suo compito?

Un edificio nuovo (costruito nei pressi dell’attuale palestra, in zona S.Pio X) e con i criteri da noi auspicati non presenterebbe le criticità da noi riscontrate, perché risolte in fase progettuale, mentre l’intervento così come proposto è incentrato su una struttura datata con tutti i problemi legati alla gestione di future manutenzioni e interventi modificativi; problemi tipici di queste vecchie strutture in calcestruzzo armato.
A nostro parere, quindi, non aver preso in considerazione l’ipotesi di utilizzare la tecnologia del legno, equivale ad aver perso un’occasione di porsi in sintonia con questo periodo di crisi.
Crisi vuol dire cambiamento e cambiare vuol dire percorrere nuove strade, intraprendere nuove scelte tecnologiche, o come per il legno, ritornare a tecnologie costruttive già sperimentate e di comprovata eco sostenibilità, in linea con le più avanguardistiche teorie del costruire
Noi del MoVimento 5 Stelle confermiamo la contrarietà a questo intervento già espressa in Consiglio comunale.

MoVimento 5 Stelle
San Benedetto del Tronto

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