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Stoccaggio del Gas, presentate a Porto D’Ascoli problematiche e strategie da seguire

Con la presenza di Adriano Mei e del geologo Giovanni Marrone per un quadro più chiaro e dettagliato della spinosa questione

assemblea stoccaggio del gas

Nella serata del 29 giugno si è svolta presso il teatro all’aperto di Cristo Re l’assemblea pubblica informativa sullo stoccaggio del Gas che vorrebbero realizzare nel sottosuolo di San Benedetto del Tronto. La conduzione dell’evento è stata affidata a Massimo Bartolozzi.

L’assemblea è stata introdotta dall’intervento di Alfredo Vitali, presidente dell’associazione “Ambiente e Salute nel Piceno”, seguito dal lungo intervento del geologo Giovanni Marrone.
L’esperto ha spiegato approfonditamente i problemi che potranno essere causati da un eventuale stoccaggio nel Gas nel sottosuolo della città. I possibili danni al territorio sarebbero infatti dovuti a probabili terremoti, liquefazioni o esondazioni.

Marrone ha ben spiegato che a seguito dell’analisi di microzonazione sismica imposta dallo Stato dopo il terremoto dell’Aquila è infatti emerso che ci troviamo su un’area instabile e facilmente liquefabile: ciò comporta ad esempio che un terremoto superiore al quinto grado della scala Richter avrebbe nel nostro territorio una pericolosità maggiore.
Inoltre il geologo ha insistito sul fatto che non è vero, come sostiene la Regione, che il nostro territorio non è soggetto a terremoti in quanto nella storia si sono più volte verificati ed in quanto sotto di noi si trovano delle faglie molto importanti.

Il Gas immesso può procurare perciò gravissimi problemi anche per il fatto che esso viene otturato con anidride carbonica che, in caso di liquefazione, evaporerebbe seguita dal metano causando danni importanti alla salute.

Un altro problema rilevante è quello della possibile esondazione del fiume Tronto che già in passato è avvenuta più volte e che, secondo Marrone, non può essere bloccata con un muretto di 40 o 50 cm come dichiarato dall’azienda proponente.

Il geologo si è infine focalizzato sul problema della cosiddetta subsidenza, ovvero l’abbassamento del terreno causato dall’estrazione del metano, che ha provocato in alcuni punti fino a un metro di abbassamento causando il grave fenomeno di erosione della costa.

E’ poi intervenuto Elio Core in rappresentanza dei comitati di quartiere che ha ribadito con forza la sua contrarietà sull’iniziativa di stoccaggio.

Ha poi avuto inizio il dibattito con i cittadini in cui Adriano Mei ha avuto l’occasione di spiegare le strategie con cui vincere questa battaglia. In particolare ha iniziato parlando della diffida fatta al prefetto che ha imposto all’azienda l’applicazione della normativa europea Seveso 2 applicabile agli impianti soggetti ad incidente rilevante con la quale ci si è opposti inizialmente alla realizzazione dell’opera.

Attualmente grazie lo studio realizzato da Giovanni Marrone (che include la sopra citata microzonazzione sismica) ha confermato il fenomeno della liquefazione dei terreni proprio là dove verrà realizzato l’impianto. Di fatto la richiesta di revisione della VIA è basata sulla legge Bassanini che consente alla regione di invalidare le valutazioni dei tecnici quando questi non tengano conto dei diritti dei terzi che a loro volta si potrebbero rivalere sulle casse della Regione.  Adriano Mei ha poi precisato che i tecnici, burocrati della regione, hanno risposto a questa richiesta non attivando la procedura ma chiedendo al ministero stesso se fosse opportuno attivarla rinunciando così al ruolo decisionale e autonomo che spetta alle regioni per Costituzione. Adriano Mei ha ribadito con forza che questi tecnici o sono disinformati o fanno il famoso “gioco sporco delle tre carte”.

Sul palco è intervenuto anche il consigliere regionale del M5S Beppe Giorgini che ha chiarito come  l’impianto di stoccaggio di San Benedetto del Tronto non sia adatto a contenere Gas. Il consigliere ha fatto inoltre un piccolo storico della vicenda di questi ultimi quattro anni con dei tratti anche piuttosto tecnici ricordando i due esposti alla procura che sicuramente sono al vaglio della magistratura poiché ancora non è giunta notizia di cestinazione.

Si sono succeduti diversi interventi dei cittadini che chiedevano una risposta di contrarietà più decisa degli amministratori comunali nei confronti della Regione Marche per ottenere la revisione della VIA.
L’assemblea è  stata chiusa da Massimo Bartolozzi che ha invitato i presenti a partecipare ad un convegno fissato per il 16 luglio alle 21.15 con la partecipazione della professoressa Maria Rita D’Orsogna, docente a una delle più prestigiose università della California, che potrà nell’occasione delucidare quale sia la portata di rischio di un tale impianto sia per i cittadini che per l’ambiente.

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