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“Vento di Levante” per promuovere i diritti dei ciechi: doppio spettacolo ad Ancona e Ascoli

A teatro due appuntamenti da non perdere

"Vento di Levante", spettacolo teatrale

L’unione italiana dei ciechi e degli ipovedenti, oltre a tutelare i diritti delle persone con grave disabilità visiva, da sempre è impegnata nello svolgere attività che promuovono l’integrazione nel tessuto sociale delle persone ipo e non vedenti.


Purtroppo, dobbiamo riconoscere che, malgrado tutti gli sforzi da noi attuati, ancora oggi, spesso la persona con disabilità è rinchiusa da questa società dietro uno steccato invisibile. Steccato, che secondo noi è possibile abbattere promuovendo varie attività, culturali, sportive e soprattutto artistiche.
Proprio quest’ultime, se ci pensiamo bene, mettono sullo stesso piano non vedenti e persone che non hanno questo stesso problema.
Ad esempio, nel campo della musica, se ascoltiamo cantare Bocelli, non pensiamo alla sua cecità, ma a quanto sia meravigliosa la sua voce. Questo avviene anche nel campo della scrittura narrativa o anche nella recitazione.
Ecco perché, l’importanza di questo evento: la realizzazione dello spettacolo teatrale “Vento di Levante”, che debutterà il 9 novembre alle ore 18:00 al teatro Sperimentale di Ancona e il 12 novembre alle ore 20:30 al Ventidio Basso di Ascoli Piceno.

L’autrice, Stefania Terrè, non vedente, reciterà insieme ad un attore vedente, Igor Pitturi e porterà a conoscenza in modo leggero, con risvolti romantici e divertenti, una storia che tocca le corde più profonde dell’essere nella sua diversità, ma tanto vicina alla normalità.
La regia è di Gianluca Barbadori.
Una produzione Ponte Tra Culture, in collaborazione con Museo Tattile Statale Omero, UICI Sezione provinciale di Ancona, e il patrocinio del Comune di Ancona.
Con il contributo del Lions Club Ancona HOST.

Il testo si ispira a un’esperienza di vita vissuta sulle acque del Mediterraneo: la storia della barca a vela della comunità di recupero per tossicodipendenti Exsodus di Don Mazzi, Bamboo.
La barca, che nel racconto si chiama Vita, ha ospitato, oltre ad alcuni ragazzi della comunità Exsodus, due non vedenti che hanno frequentato il corso di vela con il circolo Omerus, specializzato neicorsi di vela per non vedenti.
Disabili sensoriali insieme a ragazzi ex tossicodipendenti hanno vissuto in mare un’esperienza forte ed indimenticabile.
Tante le storie di vita che si sono intrecciate in quel viaggio.

Quella narrata da Stefania Terrè, rielaborata per il teatro, è una di esse: una storia d’amore tra una ragazza non vedente e un ragazzo della comunità. Due realtà complesse che si incontrano, due storie diverse tra loro ma legate da un comune obiettivo: tentare di fondersi insieme nel ritrovare la forza per continuare a solcare le difficili rotte della vita.

 

Dagli organizzatori

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