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“Se abbandoniamo la montagna, tutto il territorio ne subirà le conseguenze”

Carboni (CIA): "Necessario che chi lavora in montagna sia riconosciuto come imprenditore agricolo e ambientale"

i Prati di Ragnolo, nei Monti Sibillini

Un forte richiamo alle istituzioni per passare dalle parole ai fatti è quello lanciato che è stato lanciato dal Presidente della Cia Marche, Alessandro Taddei, durante l’iniziativa dedicata al futuro delle aree interne e montane. Nel corso dell’incontro è stato ribadito come la rinascita di questi territori passi dalla capacità di ricostruire comunità, garantire servizi essenziali e attivare misure economiche che rendano possibile, dignitosa e sostenibile la vita in montagna.

Il fatto che l’Appennino, in particolare quello marchigiano, sia ormai un’emergenza naturale è un concetto condiviso appieno anche dal Presidente della Cia Ascoli-Fermo-Macerata, Matteo Carboni: “Nella zona centro-sud della regione, rispetto a quanto rilevabile nel complesso, c’è in più l’aggravante del terremoto, che ha portato un ulteriore spopolamento delle aree interne”.

Il nodo dell’aumento dei servizi è cruciale, secondo il Presidente Carboni, “perché i contributi, da soli, rischiano di aiutarci a ricostruire dei paesi che, però, rimarranno disabitati, dal momento che chi si è spostato ad Ascoli, San Benedetto del Tronto e altre città non rinuncerà mai ad avere i servizi a portata di mano per tornare indietro. Invece noi abbiamo bisogno che queste aree si ripopolino, come giustamente sottolineato dal presidente regionale, è necessario che chi lavora in montagna sia riconosciuto come imprenditore agricolo e ambientale, in quanto presidia il territorio e previene frane e disastri naturali. Se non torneremo a prenderci cura della montagna, anche le zone collinari e costiere ne subiranno le conseguenze negative”.

L’invito rivolto alle istituzioni a passare dalla fase di riconoscimento dell’esistenza del problema a quello degli investimenti “passa attraverso le proposte che tutti noi, a livello regionale, abbiamo condiviso: fiscalità di vantaggio per imprese, artigiani e commercianti, trasporti gratuiti per tutti gli studenti, senza limiti legati all’ISEE, oneri urbanistici ridotti, per compensare il minore valore degli immobili, un sistema incentivante stabile e non solo spot promozionali, sostegno a tutte le attività economiche delle aree montane, non solo agricole.

Tra le proposte esposte in sede regionale, anche l’aumento dell’indennità compensativa a 600 euro all’ettaro con un massimale di ettari, e la richiesta di modifica del regolamento sui risarcimenti, in relazione al crescente problema dato dalla presenza massiccia di fauna selvatica che arreca danni rilevanti alle colture agricole e agli allevamenti.

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